04/05/11

il corpo del nemico

IL CORPO DEL NEMICO

Su Repubblica, c’è un’interessante intervista di Alessandra Baduel a Giovanni De Luna, che vi riporto.

«Il trattamento del corpo del nemico dice molto della guerra in corso. Non esibire Bin Laden e seppellirlo in mare invece che nel suolo, come vuole l´islam, dice che questa è una guerra con un´entità priva di territorio. Ma l´assenza di una tomba lascia molte ferite aperte». Lo sostiene lo storico Giovanni De Luna, autore di “Il corpo del nemico ucciso” (Einaudi 2006).
Professore, come considera la mancata esibizione del corpo?
«È la prova che ora si combatte una guerra molto diversa da quelle del ‘900, quando si facevano trofei con i corpi dei nemici, come con Che Guevara degradato a “bestia”, o quando i partigiani uccisi venivano esposti a piazzale Loreto nel ‘44 - dove fu appeso Mussolini l´anno dopo. Testimoniare il potere, terrorizzare il nemico, degradarlo: a questo serviva l´esibizione. Con i corpi dei figli di Saddam, ricuciti e mostrati, gli Stati Uniti comunicavano agli iracheni la loro potenza. Serviva perché quella guerra si svolgeva in un territorio».
La sepoltura in mare, invece, cosa comunica?
«È di straordinaria efficacia simbolica, il mare è ciò che cancella il territorio. Ma è un rischio: quanti lutti può innestare? Senza una tomba, il corpo non sparisce, resta. E chi lo vorrebbe piangere resta inchiodato a un dolore che non passa. Pensiamo alle fosse comuni di tante guerre, tutti lutti mai elaborati, consumati».
È l´uomo che ha ordinato l´11 settembre, con vittime mai sepolte. E nessun Paese voleva la salma.
«Ci può essere la vendetta, come l´idea di privare i seguaci di un luogo di “culto”. La partita però è molto complessa. Il messaggio è che Al Qaeda non ha una nazione riconosciuta di riferimento. Ciò appartiene a una guerra anomala, asimmetrica. Da un lato c´è uno Stato potentissimo, dall´altro una rete quasi immateriale, cioè di fatto globale. Dove la battaglia simbolica è molto più importante che in passato».

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